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Vacanze per le famiglie numerose - Lettera di un padre di 6 figli


From: Ernesto Bissoli
To: "AVVENIRE lettere Direttore"
Cc: afi@afifamiglia.it 
Sent: 14 Luglio 2005
Subject: vacanze per le famiglie numerose


Caro direttore,
sono un abbonato di Treviso, padre di 6 figli. Probabilmente ogni anno, in questo periodo, Lei riceve lettere dal tono e contenuti analoghi a quelli di questa mia, ma vista l'attenzione che sempre il giornale riserva alle problematiche familiari ho pensato di mandargliela comunque. Mi riferisco alle spese che una famiglia numerosa deve sostenere per andare in vacanza. Non mi riferisco a vacanze esotiche, "all inclusive", ma a vacanze loco-regionali, ordinarie, tradizionali: quelle che desidera e può permettersi una famiglia con normale capacità di reddito. Tengo a precisare che ho un buon lavoro, altrimenti come mi sarei potuto permettere 6 figli?

Nelle ultime due estati, invece delle tradizionali vacanze stanziali in montagna, io e mia moglie abbiamo pensato a vacanze moderatamente itineranti in Italia, per far apprezzare ai figli, ormai abbastanza cresciuti (la più grande ha 17 anni e frequenta il liceo) un po' della nostra bella Italia.
L'anno scorso, grazie ad una conoscente, siamo stati ospiti dei Padri Cappuccini di Assisi che, con una spesa decisamente buona, ci hanno ospitati per 13 giorni, a pensione completa. Abbiamo così potuto godere della spiritualità e dell'arte di Assisi e dintorni ed è nata un'amicizia con alcune suore francescane che ancora coltiviamo.

 

Quest'anno abbiamo pensato alla Toscana. Si! Noi cerchiamo sempre ospitalità nelle foresterie dei conventi perché sono mediamente meno care degli alberghi; sono situate in ambienti più tranquilli e ospitali delle pensioni e permettono di partecipare ai momenti liturgici e di preghiera del convento così da coniugare il riposo del corpo con la cura della nostra vita spirituale.
Bene! Abbiamo comprato una guida dei monasteri d'Italia e ci siamo attaccati al telefono. Ne abbiamo provati molti, tutti toscani. La loro disponibilità ad ospitare famiglie, anche se dichiarata sulla guida, spesso si arenava un volta sentito il numero dei figli o diventava teorica una volta dichiarata le richiesta economica: mediamente 30 euro per il pernottamento con la prima colazione per ogni componente della famiglia.
Alla fine abbiamo trovato ospitalità da alcune suore benedettine nei pressi di Pisa che ci hanno accolto con una richiesta forfetaria giornaliera che ci è sembrata adeguata anche perché corredata dalla possibilità di usare la cucina e la lavanderia. Durante la vacanza robusta è stata l'ospitalità delle monache che con tanti piccoli gesti concreti ci hanno fatti sentire graditi ed accolti.

 

Non sono mancate alcune sorprese.
Abbiamo ovviamente portato i ragazzi al Campo dei miracoli di Pisa, a visitare il Duomo, la Torre, il Battistero, il Camposanto, il Museo delle Sinopie. Questi monumenti sono proprietà dell'Opera della Primaziale Pisana: Ente misto, regolato dal Concordato, con un Consiglio di amministrazione formato da 7 membri: due nominati dall'Ordinario Diocesano (presumo il Vescovo di Pisa), e cinque dal Ministro degli Interni. E' evidente che questa Opera, per chi non è bene informato come il sottoscritto, sembra un'emanazione della Diocesi di Pisa.
Probabilmente questo Ente è una delle principali fonti di reddito per quella Diocesi, ma la richiesta di 15 euro a persona, indipendentemente dell'età, necessari per salire sulla Torre (è vietato lìaccesso, per motivi di sicurezza, ai bambini di età inferiore agli 8 anni) ci è sembrata veramente eccessiva. Così come ci è sembrata eccessiva la richiesta complessiva di altri 10,50 euro a persona per poter visitare gli altri monumenti dell'Opera. In questo secondo caso entrano gratis solo i bambini di età inferiore ai 10 anni. Ebbene, per la mia famiglia, per visitare questi monumenti erano necessari 142 euro.
Ovviamente abbiamo rinunziato a salire sulla Torre (richiesti euro 90), anche se era la cosa che più attirava i ragazzi.

 

Credo che a questo punto siano possibili alcune considerazioni che spero non siano colte come polemiche.
E' vero che la famiglia è un soggetto sociale debole, non sufficientemente rappresentato e che l'unica struttura che l'ha a cuore è la Chiesa (la prova più autorevole di questa attenzione è probabilmente il ricchissimo magistero sulla famiglia di Giovanni Paolo II). Però è anche vero che alcune strutture ecclesiali (Fondazioni, Enti, Istituti anche diocesani) non hanno questa sensibilità o forse ritengono che la famiglia sia bisognosa di sola assistenza: i sacramenti, al custodia dei figli, le problematiche dei separati e dei divorziati, le famiglie dei precari, degli extracomunitari. Per carità. Si tratta di problemi primari, urgenti e seri.

Ma se vogliamo riconoscere in pratica la dichiarata dignità della famiglia (il Magistero riconosce a tutte le famiglie unite dal sacramento del matrimonio il ruolo di Chiesa Domestica, di nucleo fondativo e originario per l'educazione alla fede, di luogo concreto di manifestazione dell'amore di Dio per l'uomo) non possiamo non fare dei gesti concreti che testimonino nel nostro tempo questa attenzione; delle scelte che promuovano, nelle situazioni concrete di vita, anche la famiglia normale e non solo quella patologica o malata o handicappata o in qualche modo deficitaria.
Per questa strada credo debba passare la messa in pratica del principio di sussidiarietà che le nostre associazioni cattoliche di promozione della famiglia (alle quali questa lettera è inviata per conoscenza) e il giornale Avvenire ci hanno insegnato a far nostro.

Cordiali saluti
Ernesto Bissoli

Per l'Afi - Associazione delle Famiglie - risponde il presidente nazionale Roberto Bolzonaro

 

Caro sig. Ernesto


lei ha toccato direttamente una delle tante situazioni che penalizzano la famiglia. Non è solo un problema di vacanze o di cultura (accesso ai musei), ma la famiglia oggi risulta purtroppo fortemente penalizzata anche in tanti altri settori: tassazione, tariffe, servizi e loro accesso, tempi del lavoro, lavoro,... Lei, come tantissime famiglie in italia, porta un contributo sociale elevatissimo che le istituzioni non riconoscono. Lei ha visto che non solo le istituzioni politiche e sociali, ma anche la Chiesa, in determinate situazioni,  non presta la dovuta attenzione alla famiglia. Il discorso si fa sicuramente lungo e potrei elencarle tanti altri casi.
Lo stesso Presidente Ciampi, nel suo discorso di insediamento riferendosi agli Art.29 e 31 della Costituzione, definì la famiglia "un progetto costituzionale non ancora compiuto".
Riporto l'art. 31 della nostra Costituzione.


Costituzione della Repubblica Italiana. Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche
e altre provvidenze la formazione della famiglia e
l'adempimento dei compiti relativi, con particolare
riguardo alle famiglie numerose.


L'associazionismo familiare è
nato anche per questo: per diffondere la cultura della famiglia e per promuovere adeguate politiche familiari.
L'Afi - Associazione delle Famiglie, associazione della quale mi onoro di essere il presidente, da anni si batte per questo, trovando difficoltà nel rapporto con le istituzioni, ma anche nel riuscire a diffondere nelle famiglie la consapevolezza del ruolo fondamentale che esse hanno nella società e dell'enorme risorsa che esse stesse sono per la società e per il suo futuro.
Le riporto anche una parte frondamentale della ESORTAZIONE APOSTOLICA FAMILIARIS CONSORTIO di  GIOVANNI PAOLO II

44 - Compito sociale e politico
Il compito sociale delle famiglie è chiamato ad esprimersi anche in forma di intervento politico: le famiglie, cioè, devono per prime adoperarsi affinché le leggi e le istituzioni dello Stato non solo non offendano, ma sostengano e difendano positivamente i diritti e i doveri della famiglia. In tal senso le famiglie devono crescere nella coscienza di essere "protagoniste" della cosiddetta "politica familiare" ed assumersi la responsabilità di trasformare la società: diversamente le famiglie saranno le prime vittime di quei mali, che si sono limitate ad osservare con indifferenza. L'appello del Concilio Vaticano II a superare l'etica individualistica ha perciò valore anche per la famiglia come tale (cfr. "Gaudium et Spes", 30).

 

Da questo messaggio è partita la nostra associazione. Da questo messaggio vedo che si sta muovendo anche lei, cercando di fare qualcosa per ridurre, se non eliminare, le palesi iniquità con le quali si scontra la famiglia oggi.
Noi dell'Afi ci stiamo spendendo per questo. Vorremmo trovare anche tanti amici che ci danno una mano.
Comunque sia, lei ha tutta la nostra solidarietà.

 

Roberto Bolzonaro
Presidente Afi Associazione delle Famiglie
Confederazione italiana

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