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Un viaggio meraviglioso

di Martina Lavander - Afi Treviso

 

Avere figli: per me, per noi, tutto è partito dal Desiderio. Che ho percepito e riconosciuto fin da subito come viscerale, insistente, martellante, totalizzante. Nella nostra esperienza di giovane coppia sposata da meno di un anno, il Desiderio di un figlio si è insinuato fortemente nelle nostre vite e l'eventuale insuccesso del concepimento non era stato minimamente contemplato, perciò l'amarezza provata a seguito del primo tentativo "non riuscito" è stata davvero grande. Per fortuna Maria non si è fatta attendere troppo ed è cominciato un periodo di meraviglia, ma anche di inesperienza. Non sapevamo e basta, e questo ci rendeva ingenui, inconsapevoli e leggeri: che bel periodo!

Il Desiderio di dare un fratellino o una sorellina alla nostra primogenita si è concretizzato due anni dopo con la nascita di Celeste, ma non si è assopito finché non è nata Gemma. Adesso come donna mi sento finalmente in pace con il mio "universo femminile". Perché "avere figli" - "fare figli" ha a che fare inizialmente anche e soprattutto con i nostri corpi.

Avere figli significa per noi anche Stupore. Studiando i lineamenti delle nostre figlie, rimaniamo a lungo con lo sguardo su quella particolare curva del naso, ci soffermiamo sulle ciglia lunghe, il neo sulla guancia, le gambe affusolate, la carnagione olivastra o lattea, i capelli ondulati o lisci e il loro colore biondo oppure scuro, gli occhi di una identici a quelli del papà, il volto dell'altra somigliante alla nonna o alla zia. Celebriamo la loro bellezza di fanciulle e piccole donne restandone incantati.

Ormai sono tutte e tre grandicelle e ripensando a quando sono nate - erano piccole e le tenevamo in braccio - è impossibile non stupirsi per come sono cresciute, mutate, trasformate. Ci stupisce anche per come le riconoscono gli altri: per alcuni si somigliano tutte e tre, mentre per noi genitori sono fisicamente e caratterialmente molto diverse tra loro. Quali altri miliardi di combinazioni avremmo potuto generare io e mio marito? Lo Stupore verso la potenza della Natura per me non ha eguali.

E mentre i nostri figli si trasformano impercettibilmente e inevitabilmente sotto i nostri occhi, si accendono i riflettori sulle Aspettative. Ci prefiguriamo per loro un futuro lineare, magari sempre in costante inclinazione crescente, perché diciamocelo: come genitori non siamo mai pronti ad affrontare eventuali situazioni di disagio che si possono manifestare, a volte durante la crescita, a volte già alla nascita! Quando la realtà si discosta dalle Aspettative ci sentiamo impreparati, a volte impotenti. Nella nostra esperienza di mamma e papà, riconoscere la frustrazione e le difficoltà del proprio figlio ed accettarlo è stato il primo passo per sostenerlo e ripartire.

Ecco che la risposta all'Aspettativa si concretizza nell'Attesa Fiduciosa perché - in quel dato momento di flessione - altro non si poteva fare. Perciò, qualsiasi traguardo positivamente raggiunto diventa un mattoncino di autostima per la crescita personale del figlio e per noi genitori la consapevolezza di aver fatto del nostro meglio o almeno di averci provato. Così come hanno fatto i nostri genitori con ognuno di noi, ma lo scopriamo solo molto tempo dopo.

 

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