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La revisione dell'ISEE (Indice della Situazione Economica Equivalente) del Governo. Una proposta non del tutto condivisa dal Forum delle Associazioni familiari.

Non concertato, come riferito nel question time al Parlamento, ma un acceso dibattito anche se condotto con cordialità e dichiarata disponibilità al dialogo.

Questo l'incontro tra il Forum delle Associazioni Familiari ed il sottosegretario al lavoro Prof.ssa Maria Cecilia Guerra.

Si può quindi collaborare, Governo e famiglie, per ottenere i migliori risultati, per il Paese e per i suoi cittadini, in modo particolare per la famiglia, fonte di benessere per tutta la comunità civile, se in grado di assolvere sino in fondo ai suoi compiti.

La Politica deve aiutare la famiglia ad essere sé stessa, deve cioè metterla in grado di assolvere fino in fondo ai propri compiti. Se questo non è fatto, le conseguenze per tutti possono essere molto pesanti. Per far questo, ci vogliono servizi e ci vogliono risorse, anche economiche. I servizi sono tali se ci sono, in primis, e se i loro costi diventano sostenibili; altrimenti le famiglie sono costrette ad "arrangiarsi", come purtroppo stanno facendo da anni, con grandi sacrifici.

L'ISEE è uno strumento, non neutro, per definire ed individuare i costi sostenibili per i servizi.

Sbagliare lo strumento significa perpetrare un'ulteriore vessazione verso le famiglie, già pesantemente presente nel sistema fiscale attuale che questo Governo non ha voluto riconoscere, "cassando" dal Piano Famiglia il FattoreFamiglia.

Non aggiungiamo errori ad errori, penalizzando le famiglie, oltre che fiscalmente, anche nei servizi per insufficienza degli stessi e per un accesso a costi non sostenibili.

La proposta di revisione dell'ISEE in elaborazione presenta infatti dei punti ancora divergenti e non condivisi.

Tre aspetti importanti da esaminare:

1. Si condivide quanto sottolineato dalle associazioni che rappresentano la disabilità di togliere dai redditi, al fine del calcolo ISEE, le indennità di accompagnamento, in quanto non possono essere considerate un reddito, ma una compensazione alla grave situazione di vita.

Nel calcolo del reddito complessivo del nucleo familiare non devono perciò essere presi in considerazione tutti i proventi compensativi ed assistenziali o a titolo di rimborso spese, come ad esempio, le indennità di accompagnamento e il rimborso forfettario riconosciuto alla famiglia per un affido.

Il rischio che poi si corre è che l'attribuzione di previdenze legate all'invalidità a seconda dell'ISEE, fa di queste una concessione e non più un diritto soggettivo. Inoltre stabilire un limite porta alla conseguenza che col tempo tale limite può diventare sempre più basso togliendo di fatto dei diritti agli invalidi.

2. La valutazione del patrimonio immobiliare con i parametri IMU, non più ICI, e l'eliminazione della franchigia per la casa di abitazione, sostituita dal valore al 75% (che compensa solo parzialmente la rivalutazione IMU); e da una detrazione dai redditi di 5.000 € più 500 € per figlio fino ad un massimo di 7.000 €, conduce a situazioni incredibili!

Conti alla mano, una famiglia con 5 figli minori con reddito complessivo di 20.000 € e casa di proprietà di 45 mq (valore IMU 27.000 €) ha lo stesso ISEE di una famiglia con 2 figli con reddito di 25.000 € che vive nella stessa casa però in affitto.

Il reddito disponibile, tolto l'affitto, è lo stesso. La situazione, non estrema, che si viene a verificare è veramente paradossale!

(per leggere tutto lo studio clicca su ?vedi documento?)

 Verona, 13 settembre 2012

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