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Esplode la pandemia da Coronavirus, anche l’Afi-Avola in soccorso del personale ospedaliero

"Mancano tute, mascherine, guanti e ci si deve occupare di pazienti sospetti di contagio".

Questo è l'allarme lanciato a metà marzo in tutta Italia dal personale ospedaliero. Enti benefici e associazioni si sono adoperate per reperire fondi a favore degli ospedali.

Anche l'Afi-Avola ha raccolto immediatamente l'appello lanciato da alcuni soci per venire incontro al personale del pronto soccorso dell'ospedale di Avola e subito ha proposto una raccolta fondi da consegnare direttamente a chi poteva disporre l'acquisto del materiale suddetto, in un mercato che si stava facendo sempre più selvaggio.

Occorreva reperire e acquistare al più presto i Dispositivi di Sicurezza Individuale per evitare di mettere a rischio contagio gli operatori sanitari e rispettive famiglie ed anche quanti della popolazione dovessero venirne a contatto (con prevedibili disastrose conseguenze).

All'appello hanno risposto in tanti, anche con piccole offerte. Ma una consistente donazione si è aggiunta al fondo, istituito dall'Afi, da parte di un gruppo di dipendenti dell'INPS di Noto che è riuscito a coinvolgere anche persone esterne (ben 22 in tutto).

Purtroppo ancora oggi (fine aprile), dopo due mesi dallo scoppio della pandemia in Italia, la fornitura di DSI è razionata ed insufficiente, nonostante si tratti di materiale indispensabile e di largo consumo nell'attività ospedaliera.

Tuttavia le varie associazioni si sono adoperate per colmare tale vuoto, contribuendo affinché a fine aprile nell'ospedale di Avola ed in particolare nel pronto soccorso non si sia creato nessun focolaio, ma si sia registrato un solo caso di contagio tra il personale ospedaliero.

La battaglia è ancora lunga ma contiamo di vincerla grazie alla solidarietà dei cittadini. 

 

 

Giusi Salemi - presidente Afi-Avola

 

 

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