afi

Dopo la pandemia la ricostruzione è possibile

di Raffaele Loiacono - Afi Tigullio

 

La pandemia ha messo a nudo la fragilità dei sistemi culturali, sociali, economici, politici e quindi anche le famiglie ne stanno subendo le gravi conseguenze. In molti riteniamo che quando tutto sarà passato non sarà più possibile tornare come prima, ma sarà invece indispensabile rinnovare, o meglio rigenerare, una numerosa serie di comportamenti personali, familiari e sociali riguardanti alcuni "ambiti", nei quali ognuno di noi dovrà mettere in atto nuovi "comportamenti". Proviamo ad analizzarne alcuni.

Gli idoli dell'economia e della finanza hanno mostrato la loro vulnerabilità, quindi è tempo che il PIL venga sostituito col BES (benessere equo e sostenibile). Questo ovviamente dipende dal governo, ma anche noi con gli acquisti possiamo incidere, "votare con il portafoglio", ovvero premiare coloro che producono tenendo presente anche il BES, nonché impiegare i risparmi nelle banche "etiche".

Lo spreco determina una mortale ferita per la quasi totalità del genere umano. Noi sprechiamo il 30% del cibo che basterebbe tre volte per nutrire 800 milioni di persone che oggi soffrono la fame nel mondo. Lo spreco, oltre che i generi alimentari, riguarda anche le risorse naturali (acqua, aria, combustibili, materie prime). Allora possiamo impegnarci non solo ad evitare ogni spreco, ma anche a premiare le aziende che utilizzano processi rispettosi dell'eco-sistema e producono beni durevoli.

Riguardo all'utilizzo dei social la pandemia ci ha costretti a fare un salto quantitativo e qualitativo notevolissimo, mettendo però anche in evidenza luci ed ombre che li caratterizzano, ad esempio la iper-digitalizzazione. E' indispensabile che i genitori affianchino i figli per saper discernere tra "informazione spazzatura" e "informazione costruttiva", per evitare che un eccessivo uso dei social li porti alla solitudine, a stati di stress, favorendo invece un loro uso intelligente e strettamente necessario, riscoprendo così il tesoro delle relazioni familiari.

Lo stato di eccezionalità della pandemia ha costretto la scuola a inventarsi una didattica d'emergenza con il ricorso alla cosiddetta "didattica virtuale" che ha mostrato tutti i suoi limiti emarginando purtroppo, per motivi culturali, familiari, economici e logistici le famiglie più povere. Pertanto le famiglie dovranno far si che la "didattica in presenza" ritorni ad avere gli spazi che le spettano in quanto il valore relazionale dell'uomo è un dato antropologico fondamentale per "educare". I genitori dovranno informarsi riguardo i programmi educativi, essere collaborativi con il corpo insegnante e abituare i figli ad aiutare i compagni di scuola in difficoltà.

La quarta rivoluzione industriale e la globalizzazione rendono urgenti politiche a favore dei giovani riguardo alla loro formazione ed investimenti nei settori della ricerca dove in seguito impiegarli. Non vanno dimenticati i restanti giovani che vanno preparati al lavoro manifatturiero e ai servizi dove dovranno essere in grado di utilizzare robot e macchine intelligenti che sostituiranno persone con basse qualifiche scolastiche.

Risulta allora importante il ruolo genitoriale volto a seminare nei primi sei anni di vita dei figli quei semi che produrranno talenti da alimentare e far crescere nell'adolescenza e creare con altre famiglie amiche, con associazioni e movimenti una rete di relazioni, così da stimolare nei figli intelligenza, volontà, impegno e perseveranza.

Tutti tocchiamo con mano ogni giorno le enormi difficoltà che il Sistema Sanitario Nazionale ha incontrato e sta incontrando per via del Covid19, ovvero carenze, ritardi e malfunzionamenti che sono la conseguenza di politiche sanitarie che nei recenti anni hanno determinato scarsità di posti letto e di personale ospedaliero. Gli esperti auspicano una nuova organizzazione dell'assistenza sanitaria, ad esempio un sistema di "monitoraggio e assistenza" e una "rete di medicina di base", ma a noi e ai nostri figli spetta l'obbligo di comportamenti virtuosi, seppure faticosi, perché dalla nostra salute dipende quella degli altri.

Non possiamo evitare di prendere atto che da anni viviamo in una crisi politica che affligge la nostra nazione, in quanto manca una visione generativa della società che si fonda e mette insieme "persona, valori e sociale". Se, come afferma la Dottrina Sociale della Chiesa, la politica "è la più alta forma della carità" e la "democrazia parlamentare" è ancora la via giusta da percorrere per realizzare il "bene comune", ciò comporta il rispetto delle persone chiamate a governare, ad esprimere sempre e comunque il voto e a cercare di conoscere quanto fanno le persone alle quali col voto abbiamo dato fiducia.

Chi ha vissuto per 4 anni le drammatiche e dolorose vicende della seconda guerra mondiale, cioè paura e fame, ha però continuato a credere, ricostruendo poi il paese e il suo benessere. Ecco perché dobbiamo affrontare "la guerra" in atto credendo che dai nostri comportamenti dipende la rigenerazione del nostro paese.

 

Condividi sui social