afi

CNF2021 - Forum: una parità che rispetti le differenze

UNA PARITA' CHE RISPETTI LE DIFFERENZE

A cura di Stefania Ridolfi

(Forum delle Associazioni Familiari)

 

Il documento elaborato dal gruppo di lavoro 4 "Il tema del lavoro in un'ottica di parità di genere" offre un quadro condivisibile e veritiero e ancor più urgente da avviare in seguito ai cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del lavoro dovuti alla pandemia da Covid-19 e della contestuale gestione dei carichi famigliari.

Un tema complesso, quello della parità di genere, che richiede da un lato, una profonda revisione della disciplina del lavoro, che tenga conto delle differenze di genere e delle rispettive peculiarità, ma che allo stesso tempo garantisca pari opportunità, riduca il gap salariale, sostenga la maternità.

All'apice del problema infatti permane una disciplina del lavoro costruita prevalentemente su un modello maschile di prestazioni, una disciplina che non tiene conto adeguatamente del duplice ruolo (madre e lavoratrice) che in alcune fasi della vita, la donna svolge e non agevola, né incentiva questa funzione.

Malgrado la legislazione vigente, persiste ancora, come cita il documento dell'Osservatorio, una prassi nel mondo del lavoro che tende a ostacolare la carriera delle donne che dedicano parte della loro vita lavorativa alla cura dei figli, in alcuni casi è lo stesso ambiente lavorativo ostile che mette nella condizione le donne di rinunciare al lavoro.

La forte crisi demografica che attraversa il nostro paese è il risultato di un processo culturale e di situazioni sociali ed economiche che non mettono le donne in condizioni di diventare madri o ai genitori di essere riconosciuti in questa importante funzione sociale.  Sempre più spesso le donne sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia.  Così non avviene in altri paesi europei dove vi è invece un forte investimento nelle politiche familiari e nel welfare.

Il tema dell'aumento dei congedi parentali ai padri svolge un sostegno importante, ma non può essere considerata misura risolutiva.

Occupazione femminile e fecondità non possono essere scelte alternative per le donne. Occorre riconoscere concretamente a livello sociale, politico e giuridico che entrambe le funzioni hanno alto valore sociale.

In merito ai contenuti del documento elaborato dall'Osservatorio, siamo pienamente concordi con il fatto che occorrono servizi di supporto alla maternità per evitare il doppio problema della caduta del tasso di occupazione femminile e del tasso di fecondità, e che questo significa sia incentivare la condivisione dei carichi di cura all'interno della famiglia, sia abbattere i costi sostenuti dalle famiglie per i carichi di cura.

Siamo d'accordo sul fatto che la femminilizzazione dei tempi di cura è una determinante importante dei divari occupazionali che osserviamo. Tuttavia evidenziamo che alcune funzioni di cura, soprattutto quelle legate alla maternità nei primi mesi di vita del bambino, siano funzioni non completamente delegabili dalla donna, in quanto influiscono severamente sullo sviluppo psicologico e relazionale del neonato. Crescere un figlio, non è soltanto questione di accudimento di base e di soddisfazione dei suoi bisogni fisici, ma richiede il tempo necessario per lo sviluppo di una relazione sicura per costruire le sue competenze socio emotive. E la relazione madre-bambino è quella privilegiata in quanto avviata fin dal concepimento.

L'esperienza maturata in questi mesi di Pandemia ci ha permesso di sperimentare che agevolare lo smart working e misure di flessibilità lavorativa legate ad esigenze familiari possono essere un valido aiuto per le donne e gli uomini. Tale strumento, necessita ancora di una normativa specifica che risponda alle diverse criticità emerse in questi ultimi 18 mesi. Abbiamo riscontrato infatti che coloro che non hanno potuto lavorare da remoto, e si sono trovati a dover utilizzare altri strumenti previsti dalla normativa (congedi, ferie, banca ore) e ciò in molti casi, ha diminuito la disponibilità economica delle famiglie.

Essendo l'Italia un paese con una piramide demografica in cui la componente maggiore è formata da anziani e grandi anziani, bisogna inoltre tener conto che il tema della conciliazione famiglia-lavoro deve inoltre prevedere forme di flessibilità con congedi o astensioni adeguate anche per lavoratori e lavoratrici che devono farsi carico della cura di genitori e familiari anziani.

Per quanto riguarda la parte relativa agli obiettivi condivisi dal gruppo di lavoro, sentiamo di ribadire con forza l'urgenza e la priorità di realizzazione dei seguenti aspetti:

-      La urgenza di un nuovo sistema di welfare in cui la componente di spesa pubblica per le famiglie sia considerevolmente più alta di quella oggi esistente. Questo significa un forte investimento nelle infrastrutture sociali per l'assistenza all'infanzia e ai familiari anziani o non autosufficienti, ma anche un maggiore investimento in termini economici  nell'importo dell'Assegno Unico per figlio. Lavorando inoltre per una maggiore integrazione di fornitura pubblica e privata dei servizi.

-      Utilizzare la flessibilità del lavoro e le forme di smart-working (flessibilità di tempo e spazio, con un numero flessibile ma non illimitato di giornate di lavoro da svolgere a distanza) in modo neutrale rispetto al genere.

-      Rivedere i tempi della città e gli orari, tenendo conto degli impegni lavorativi e, quindi, dei vincoli di orario dei cittadini

 

Riteniamo infine sia importante valorizzare, anche a livello fiscale e di incentivi, quelle imprese che raggiugono standard ottimali in tema di parità di genere. È importante dunque come far conoscere le esperienze, locali o nazionali, di aziende attente al benessere e alle esigenze famigliari di donne e uomini e si impegnano e mettono in campo iniziative di welfare rispettose delle diverse situazioni. In questo senso il Forum, da tempo sta lavorando per premiare quelle aziende, grandi o piccole che hanno intrapreso o creato per i loro dipendenti percorsi di conciliazione e misure di welfare di vario tipo.

 

Condividi sui social