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C'è un futuro per l'associazionismo familiare in Italia?

Il Forum e la Conferenza di Programma 2015

 

Su questo tema stiamo riflettendo in queste settimane, ed è uno dei primi impegni assunti dal nuovo Consiglio Direttivo dell'Afi eletto a fine giugno ad Avola. Della conferenza di programma 2015 del Forum delle Associazioni familiari avrete sicuramente letto nella Rivista 1_2014, in cui abbiamo pubblicato la lettera che il presidente Francesco Belletti ha inviato a tutte le associazioni.

L'Afi è tra i soci fondatori del Forum e in questi 20 e più anni è stata fra le associazioni protagoniste, con proprie persone nel consiglio direttivo, e con Roberto Bolzonaro da oltre 5 anni alla vicepresidenza. Al Forum abbiamo dato non solo persone, ma anche idee e proposte che sono poi diventate le proposte del Forum al Governo, come nel caso del Fattore Famiglia e della revisione dell'ISEE.

Dunque una adesione sincera e una presenza vera, forte, convinta, in un'ottica di sussidiarietà che ha visto il Forum come il luogo in cui abbiamo scelto di sviluppare la nostra azione verso l'organizzazione centrale dello Stato.

Eppure nel tempo - probabilmente come accade con tutti i rapporti a cui si tiene molto - non sono mancate nella nostra associazione le discussioni e le critiche sull'operato del Forum e sulla sua capacità di 'stare sulla scena', rappresentare le famiglie e fare "la voce grossa" con le istituzioni. Avremmo voluto "di più": più tempestività, più decisione, più presenza sui tavoli che contano... Avremmo forse voluto dal Forum anche un pochino di quello che non potevamo o non eravamo capaci di fare da soli.

Adesso che la consultazione che Belletti ha lanciato con tutte le associazioni ci dà l'opportunità (e l'obbligo) di riflettere sull'oggi e sul futuro del Forum, ci rendiamo conto che sì, le cose si potrebbero fare in un altro modo, ma ci vogliono le persone, la continuità, le idee, la condivisione fra le associazioni. Tutte cose che ci chiamano in causa direttamente e chiedono ai soci del Forum e quindi anche all'Afi: quanto sei forte, quante e quali persone hai a disposizione, con quale continuità, con quali idee, con quali rapporti di rete con le altre associazioni?

Nelle serate che abbiamo dedicato a questa discussione è riecheggiata più volte la domanda del titolo: c'è un futuro per l'associazionismo familiare in Italia? Ovvero, che tipo di rappresentanza è possibile per le famiglie?

La situazione non è delle più rosee, se è vero che anche il Forum - che riunisce oltre 50 associazioni e 3 milioni di famiglie - è costretto a ri-qualificarsi come interlocutore ad ogni cambio di Governo (e sappiamo bene quanto questo sia frequente in Italia!). Dobbiamo ammetterlo: purtroppo le famiglie non hanno oggi una propria rappresentanza riconosciuta stabilmente come parte sociale - alla stregua dei sindacati o delle associazioni di categoria - e quindi non sono chiamate ai tavoli di confronto, non sono consultate prima dei provvedimenti che pure le interessano; pensiamo ad esempio al recente Bonus Bebè, al provvedimento degli 80 euro o al famoso Bonus Famiglia di qualche anno fa.

"Forse come associazioni di famiglie stiamo facendo un lavoro di cui - paradossalmente - ancora non si sente la necessità. Ci lamentiamo di tasse e sanità, ma non ci accorgiamo che la difficoltà dipende dalla mancanza di cultura della famiglia" ha suggerito il nostro past president Maurizio Bernardi. Ed è vero!

Dunque, esiste un futuro per la rappresentanza delle famiglie in Italia? Voglio essere ottimista e dico di sì, ma per costruirlo dobbiamo abbandonare i particolarismi ed impegnarci di più nella crescita della cultura della famiglia come cellula insostituibile per lo sviluppo della società.

Daniele Udali

Presidente

 

(Articolo pubblicato come Editoriale di '8 Pagine di... famiglia'  3/2014)

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