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Alle famiglie soltanto le briciole: il Forum scrive al governo

POLITICHE FISCALI

Alle famiglie soltanto le briciole: il Forum scrive al governo


Come si intende aiutare chi si assume l'onere di mettere al mondo ed educare i cittadini del domani?


Lettera aperta del Forum delle Associazioni familiari al ministro dell'economia, Domenico Siniscalco, sul trattamento fiscale delle famiglie con figli.


In vista del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria - primo passo verso la Finanziaria - il "Cartello" delle famiglie punta il dito su "una vistosa assenza nel dibattito in corso: nessuno dice cosa s'intende fare nei confronti delle famiglie, intendendo con questo termine non la generalità dei cittadini, ma più propriamente chi si è assunto davanti a tutta la società l'onere di portare dei carichi non indifferenti per far crescere ed educare i cittadini di domani, o per accompagnare al tramonto con umanità e affetto quelli che sono stati i cittadini attivi di ieri". 

Le associazioni familiari, pur riconoscendo che le condizioni del Paese sono preoccupanti, avvertono che a soffrirne le conseguenze sono in primo luogo i nuclei con figli, "per le quali lo svolgimento dei loro compiti essenziali diventa sempre più difficile".

 

Quindi in questa situazione è d'obbligo che le famiglie - attraverso le associazioni che le rappresentano - abbiano voce in capitolo nelle scelte economiche che il governo si accinge a compiere. Ma il Forum constata purtroppo che "i tavoli di confronto che il Forum delle Associazioni familiari ha faticosamente conquistato in questi ultimi anni attualmente sembrano svaniti nel nulla".

La domanda contenuta nella lettera aperta è dunque: "Non sarebbe il caso di riprendere il dialogo, magari con l'intenzione di ascoltare un po' di più chi con la vita e le difficoltà reali delle famiglie è a contatto tutti i giorni?".

 

Infatti, se il Forum fosse stato ascoltato con più attenzione nel corso della elaborazione dell'ultimo modulo della riforma fiscale "non si sarebbe verificato quello strano paradosso per cui con il passaggio in sede di riforma fiscale da detrazioni (dall'imposta) a deduzioni (dal reddito) degli oneri per carichi familiari (che peraltro è da giudicarsi in modo positivo) le famiglie non solo recuperano ben poco, ma in taluni casi ci rimettono".

 

Il "cartello delle famiglie" dimostra inoltre che l'ultimo modulo della riforma ha prodotto un effetto perverso: cioè alcuni nuclei con figli ricevono vantaggi fiscali inferiori a quelli ottenuti da un single. Ciò a detta della lettera aperta è dovuto alla "modestia delle deduzioni previste", e alla "mancata parametrazione sul numero dei componenti della famiglia dei tetti massimi entro i quali la deduzione si azzera".

 

Ancora più stridente appare il confronto tra le deduzioni per i figli a carico e le detrazioni per le erogazioni liberali a favore dei movimenti e dei partiti politici (vedi articolo in basso).

Per questi motivi il Forum delle associazioni familiari chiede la riapertura del confronto. "Il trattamento fiscale delle famiglie - avverte - non può continuare ad essere così iniquo e vessatorio, e siamo anche francamente stanchi di rimedi che si rivelano peggiori del male che dovrebbero combattere. Le soluzioni, posto che vi sia la volontà politica di applicarle, non sono difficili da trovare". Le famiglie indicano alcuni semplici criteri indicati da anni, purtroppo inutilmente. Ecco le loro proposte.

 

In primo luogo si chiede "una deduzione dall'imponibile per i familiari a carico che tenga conto del costo annuo reale per il loro mantenimento. Per il 2005, la quantificazione della somma minima necessaria per una persona è pari a 6.240 euro (corrispondente al reddito mensile di sussistenza di 520 euro)", tenendo conto per i componenti dopo il primo delle economie di scala.

Questa deduzione, a detta delle famiglie, deve essere universalistica, cioè concessa a tutti i cittadini con carichi familiari, senza tetti di reddito che determinino l'esclusione (eccezion fatta per i tetti così elevati da rendere praticamente ininfluente il beneficio della deduzione stessa).

 

Infine "va data risposta al problema dei cosiddetti "incapienti", cioè di coloro il cui reddito è così basso da non riuscire a godere delle agevolazioni, detrazioni o deduzioni che siano: la proposta è quella di introdurre un'integrazione al reddito pari alla deduzione non goduta".

"Su questi temi - conclude la lettera aperta - aspettiamo un segnale di esistenza in vita di un governo che ha indicato, attraverso il Libro Bianco sul Welfare, la famiglia quale nodo strategico di primaria importanza per il benessere e la ripresa della società intera. Le Associazioni familiari hanno dimostrato, in questi anni, di essere pronte ad un confronto leale e trasparente ad ogni livello, con ogni interlocutore disponibile: a quando una risposta concreta?".

Pier Luigi Fornari - Avvenire, 17 giugno 2005

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