afi

Che spettacolo di vita!

Franco Venturelli: una vita di impegno e volontariato.

di MariaRosa Brian- Afi Treviso

 

«La vita cos'è?» «Non lo so. Ma a volte mi domando se non sia un palcoscenico dove ti buttano di prepotenza, e quando ti ci hanno buttato devi attraversarlo, e per attraversarlo ci sono tanti modi...»
«E quando l'hai attraversato?» «Quando l'hai attraversato, basta. Hai vissuto. Esci di scena e muori.» «E se muori subito?» «È lo stesso: il palcoscenico puoi attraversarlo più o meno alla svelta. Non conta il tempo che ci metti, conta il modo in cui lo attraversi. L'importante, quindi, è attraversarlo bene.» «E cosa significa attraversarlo bene?» «...Significa battersi. ...Non chiacchierare e basta... Significa credere in qualcosa ...»

Queste parole di Oriana Fallaci tratte dal libro "Niente e così sia" mi sono state sempre d'aiuto tutte quelle volte che non ho saputo trovare risposte, significati, ragioni o senso alla morte di una persona, soprattutto se quella persona era giovane, in salute e se era un amico.

È così anche questa volta, anche oggi che voglio ricordare Franco, un amico di AFI Verona, che ha attraversato il palcoscenico della vita troppo velocemente.

Chiedo aiuto alle parole che gli amici hanno usato nei giorni successivi alla sua morte: Franco era sempre disponibile, accogliente, gentile, sempre sorridente, mai una parola fuori posto, mai banale. Franco: una persona silenziosa, umile, intelligente, buona, mai eccessivo, sempre discreto. Era un uomo di poche ma giuste parole, aveva sempre la parola giusta per chi gli si avvicinava.

La sua priorità era la famiglia: traspariva in ogni discorso che faceva. Poi, al secondo posto, dopo la famiglia, il suo lavoro: l'insegnante. Amava stare con i ragazzi, condividere con loro tutto, i momenti belli e quelli brutti; non voleva trasmettere solo pure nozioni scolastiche, ma andava oltre, cercava di costruire rapporti umani. Dopo la pensione la sua seconda missione, la sua seconda casa è diventata la Protezione Civile, dove era impegnato su più fronti: è stato proprio durante un incontro con i ragazzi per la Protezione Civile che un malore lo ha stroncato.

La sua è stata una vita da volontario; oltre che con la Protezione Civile e l'AFI, anche con la pallavolo Castelnuovo. Svolgeva il ruolo di arbitro: all'inizio amatoriale, poi ha fatto il corso e arbitrava un sacco di partite. Era severo e corretto. Un particolare: se sentiva una bestemmia sospendeva la partita e redarguiva l'atleta.

Il suo segno di riconoscimento era il grembiule del servizio, servizio silenzioso e svolto con dedizione e costanza a ogni vacanza in montagna con AFI Verona. Franco arrivava, assieme alla sua metà (beh, sinceramente Tiziana fisicamente era meno della metà di Franco: vicino a lui sembrava piccola e minuta) e si mettevano subito, entrambi, ad aiutare in cucina. Il grembiule lo toglievano a fine vacanza; eppure avrebbero dovuto essere giorni di ferie e di relax anche per loro, invece li trascorrevano aiutando e collaborando in cucina.

Ci sono persone che attraversano il palcoscenico della vita facendo rumore, confusione e baccano, altre, come Franco, che lo percorrono in punta di piedi, a passo di danza, troppo velocemente, troppo in fretta per noi che non capiamo il perché. Franco nella sua danza della vita ha messo tutto l'impegno, tutto l'amore, tutta la dedizione, tutta la bellezza, tutta l'energia che aveva. Franco ha donato tutto ciò che era; e il suo donarsi sarà tutto ciò che rimarrà di lui.

Caro Franco, mi hai insegnato che non servono grandi discorsi o tante parole per lasciare un segno negli altri, non servono effetti speciali, non serve calcare la scena da prima donna o da protagonista; piuttosto il distintivo è come ci si dedica agli altri: con disponibilità, semplicità, discrezione, umiltà e tanta intelligenza e tanto amore.

Grazie Franco per lo spettacolo della tua vita, anche se è stato troppo breve e veloce per noi che vorremmo silenziosamente e intimamente applaudirti e chiederti ancora un altro...bis.

 

 

Condividi sui social