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A proposito di Grande Fratello...

Una lettera (non firmata) ricevuta via e-mail, riguardo ad una puntata del GF, ha offerto alla nostra Presidente lo spunto per una riflessione sull’essere genitori: non semplici “allevatori”, ma veri educatori.

 

 

 

Gentile signora,

 

benché la sua lettera non sia firmata, la ringrazio della segnalazione che ci ha fatto. L’impatto dei mass media nell’azione educativa delle giovani generazioni, e non solo, è massiccio e richiede la nostra attenzione.

 

Potrei rispondere a quanto da Lei segnalato con poche parole, magari inviare un comunicato di sdegno alla redazione del Grande Fratello, invece colgo l’occasione della sua lettera per una riflessione più articolata che ci coinvolge tutti come genitori.

 

Quanti programmi passano in televisione con contenuti offensivi della religione, della morale, della dignità stessa della persona? Quante immagini, parole, riflessioni portate da sedicenti esperti entrano nelle nostre case interferendo con la nostra coscienza morale, minando alla base i valori in cui crediamo? Credo siano troppi. Se le scene cui lei ha assistito e per le quali si è giustamente offesa potevano erano esplicite, molte altre sono più subdole, non ci infastidiscono subito facendoci reagire, ma non per questo sono da considerare meno pericolose. E allora che fare? Dire “usiamo il telecomando” è banale. Forse anche inutile e scontato. Sicuramente renderci conto della povertà dei contenuti di certe trasmissioni ci deve far scegliere con tranquillità di non guardarle.

 

Voglio osare di più e rivolgermi a lei come mamma che magari vuole guardare la televisione con le sue figlie. Come genitori, quindi educatori, abbiamo il dovere di scegliere cosa guardano i nostri figli anche se non sono più piccolissimi, dobbiamo ritrovare il coraggio di litigare con loro quando su certi programmi poniamo un veto che non lascia spazio a mediazioni.

 

Non sono un’inguaribile moralista e bacchettona: ho tre figli e una televisione per la quale si litiga e si discute come in tutte le case, ma preferisco “perdere tempo” a scegliere con loro e abituarli a giudicare che lasciare che subiscano qualsiasi cosa che viene loro proposta. È questo “tempo perso” che mi fa mamma e non badante, genitore e non allevatore: ogni scelta fatta insieme genera nuova linfa per la loro mente e le loro anime dando vita all’uomo che c’è in loro senza che questi debba per forza morire per assumere il ruolo di telespettatore.

 

Possibile che leggiamo le etichette di tutto ciò che diamo loro da mangiare - anche se mia nonna mi ha sempre detto che quel che non strozza ingrassa - e poi lasciamo che a nutrire la loro mente e la loro anima siano programmi demenziali solo perché ci siamo convinti che quello che appare in televisione sia vero?

 

Riprendiamoci il nostro ruolo di genitori! Diciamo no ai nostri figli davanti a tutto ciò che riteniamo sia dannoso. Non sapranno di cosa parlare con gli amici il giorno dopo a scuola? Poco male, parliamo noi con loro, nutriamoli di cose vere e vere case, forse domani non dovranno andare a recitare una parte in un confessionale!!

 

Lasciamo pure che gli autori di queste trasmissioni propongano le loro porcherie. Ci sono tante altre cose più interessanti e belle da guardare e di cui parlare in una famiglia che sicuramente non ci faranno sentire la mancanza di certi programmi.

 

Non è una battaglia persa, direi piuttosto che è una battaglia che, purtroppo, molti genitori non vogliono combattere perché lo ritengono un male minore. Ma sbagliano di grosso! Se la coscienza morale che i nostri ragazzi si formano è debole, in che modo affronteranno la sfida del futuro? E con chi se la prenderanno? Con noi, che li abbiamo solo cresciuti e non educati!

 

Addio Grande Fratello! Abbiamo cose più importanti da fare: dobbiamo fare i genitori!

 

Distinti saluti

Tamara Morsucci

Presidente Afi-Verona

 

Spett.le   Associazione delle Famiglie Italiane   Verona

Sono una telespettatrice e mamma di 2 bambine che vuole segnalare una scena andata in onda la notte del 12 u.s. al Grande Fratello. Nella casa del Gf i ragazzi avevano organizzato un rito di purificazione che forse aveva un intento simpatico, ma che con il passare dei minuti ha destato in me prima una sensazione di sbigottimento, poi di sdegno e quindi di indignazione. La scena ha assunto sempre più i connotati di una brutta interpretazione della Passione di Cristo: le analogie erano davvero tante. I ragazzi, maschi, si sono divertiti alle spalle di quello che per la cristianità rappresenta un momento di grande dolore, è stata una parodia della sofferenza e del dolore di Gesù che rappresenta un evento centrale per la religione cristiana e che vengono celebrati in tutto il mondo nella settimana Santa.

Credo di non essere stata la sola a sentirsi offesa da una scena del genere perché nel culmine di quella che doveva essere una cerimonia che i ragazzi chiamavano flagellatio, la regia ha staccato le immagini, ma si sono distintamente uditi i rumori delle frustate simulanti la flagellazione (…)

Ora mi chiedo ma questi ragazzi che si dicono anche religiosi, hanno idea della sgradevolezza della scena da loro rappresentata?