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A proposito di Legge sulla Fecondazione (L. n. 40 del 19 febbraio 2004)

Credo sia ormai chiaro che anche quest'anno sarà un anno di votazioni. Prima le amministrative, comunali o regionali, poi a giugno saremo chiamati a dare il nostro parere, attraverso lo strumento del referendum popolare, a quattro quesiti per l'abrogazione parziale della legge in materia di procreazione umana artificiale (PAU). 

Veramente, per dirla con le parole di Carlo Casini "Paradossalmente sono chiamati a difendere con particolare determinazione questa legge proprio coloro che non ne chiederanno mai l'applicazione e che anzi sono chiamati ad indicarne i limiti, perché giustamente vedono che anche la procreazione artificiale omologa altera il disegno di Dio sulla creazione dell'uomo, perché sono feriti dalla sottovalutazione del matrimonio anche quando alle coppie di fatto viene consentito di accedere alle nuove tecniche e perché restano inquieti di fronte al fatto che lo scarso successo della Fivet omologa implica una c.d. "ampia perdita" (cioé la morte) di embrioni pur trasferiti nel grembo materno". 

Sinceramente prima di adesso non mi ero affatto sentita coinvolta da questo argomento, vuoi perché il buon Dio mi ha dato la grazia di mettere al mondo due figli, vuoi perché anche prima del matrimonio, con il mio futuro marito, avevo comunque valutato e ragionato circa l'eventualità che questi figli potessero non arrivare, cercando perciò strade alternative, praticabili, quali l'adozione se non l'affido famigliare. 

Tornando invece alla legge vera e propria, una questione che pregna il dibattito intorno a questo argomento è se davvero noi esseri umani che ora stiamo qui a parlare di questo e quello, prima di essere tali eravamo solo un grumo di cose, per dirla come i radicali e quindi evidentemente insignificanti sotto ogni punto di vista, oppure se il nostro essere uomini e donne passa sicuramente attraverso una trasformazione di cellule che via via diventano embrione, feto e avanti... fino a ritrovarci qui oggi a parlare di fecondazione. 

La legge, seppur imperfetta, così come è adesso, dichiara che quel grumo di cellule ha una propria dignità, può essere perfino soggetto di eredità e che va rispettato. A questo proposito Carlo Casini ci ricorda il principio generale stabilito nella Dichiarazione universale sui diritti del Bambino (20/11/1959),  secondo cui "Gli Stati devono dare ai fanciulli il meglio di se stessi" e quanto stabilito nell'articolo 3 della Convenzione sui diritti del Fanciullo (20/11/1959) secondo cui in ogni decisione che riguarda adulti e bambini bisogna scegliere in modo da soddisfare il prevalente bene dei minori. 

Una cosa mi sembra abbastanza chiara! Vista l'importanza del referendum  questa legge merita di essere letta, studiata, capita, discussa e noi cattolici non possiamo permetterci di arrivare a giugno impreparati, senza aver fatto almeno lo sforzo di partecipare a dibattiti, conferenze, insomma di esserci meglio informati sulla materia. 

A questo proposito mi permetto di segnalare il libro "La legge sulla fecondazione artificiale -  un primo passo nella giusta direzione" scritto da Carlo Casini dal quale ho preso alcuni spunti indicati in questo articolo. Carlo Casini è presidente del Movimento per la Vita italiano e Membro della Pontificia Accademia per la Vita e del Comitato Nazionale di Bioetica. Il libro, 158 pagine in tutto, si compone di 6 capitoli e 4 appendici e spazia dal perché noi cattolici dobbiamo difendere questa legge alle domande più disparate che fino a qui molti si sono posti, senza dimenticare che molti dei quesiti posti in questo libro e ai quali Carlo Casini risponde in modo eccellente sono stati volutamente travisati, specie dalla stampa ed hanno quindi contribuito a far credere alla maggioranza delle persone che questa sia una legge proibizionista, oscurantista, medioevale e quant'altro ancora.

 Leggere il libro può essere un primo passo nella giusta direzione per non arrivare impreparati.

Stefania Ridolfi.   Afi-Verona


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