afi

Non abbassiamo la guardia

L’arrivo del Governo Monti ci ha forse fatto evitare una catastrofe finanziaria “alla Greca” (la forma dubitativa è d’obbligo dal momento che ogni giorno, come si dice, “c’è una scossa di terremoto”), ma è indubbio che, come nel gioco dell’Oca, ci ha fatto fare diversi passi indietro nell’azione sviluppata dalla nostra associazione e dal Forum sul tema del riconoscimento della famiglia come risorsa fondamentale della società ed in particolare sul tema della riforma fiscale con il Fattore Famiglia.

Ne abbiamo avuto chiare avvisaglie nell’innovativa apertura alle parti sociali che il prof. Monti ha avuto non appena ha ricevuto l’incarico di formare il Governo, convocando, oltre ai soliti sindacati, le rappresentanze nazionali (di cui almeno in un caso ignoravamo del tutto l’esistenza) di donne e giovani. E la famiglia? E il Forum che rappresenta 3 milioni di famiglie? Ignorati.

Ignorati anche dopo l’insediamento del Governo, con la convocazione degli stessi soggetti di cui sopra, nonostante la nomina a ministro di Andrea Riccardi (che bene conosce Belletti e il Forum).

In questi mesi molto è stato fatto per riconquistare terreno nei palazzi della politica e mentre scrivo già si affievoliscono gli echi dell’incredibile intervento del ministro Fornero alle celebrazioni della Giornata Internazionale della Famiglia, dove anziché preoccuparsi dei bisogni veri delle famiglie, ha spostato l’attenzione sul tema del riconoscimento delle coppie di fatto. Con buona pace delle famiglie strozzate dall’aumento delle tasse.

Scrivo queste cose non per tentare una analisi politica e tanto meno per dare indicazioni di cronaca, ma per gridare che non dobbiamo abbassare la guardia! Cari amici nessuno ci regalerà nulla. Se siamo convinti che fare famiglia sia un atto pubblico (politico!) e non privato, che la famiglia sia il luogo migliore in cui crescere i nuovi cittadini, uomini e donne, che sia davvero insopportabile l’iniquità del nostro sistema fiscale verso chi si fa carico di mantenere con il proprio lavoro altre persone ed in particolare i figli, allora dobbiamo sentirci, sia individualmente che come associazioni,  sempre in trincea, vigilanti, attivi, impegnati ad ogni livello a mantenere alta l’attenzione sulla famiglia come cellula fondamentale della società.

Diciamo con forza giù le mani dalla famiglia, giù le mani dalla società naturale fondata sul matrimonio (art. 29 della Costituzione Italiana).

Non infilate nella definizione di famiglia ciò che famiglia non è! Diamo a chi vuole accettare la sfida straordinaria del fare famiglia, dell’amarsi per sempre, del costruire la società e il bene comune in un impegno senza limiti, la possibilità di farlo! A chi vuole qualcosa d’altro, diamo qualcosa d’altro, ma non un’idea di famiglia annacquata per tutti.


Che fare con le nostre Afi locali?

E’ una domanda che sento rimbalzare spesso, da nord a sud. Francamente non ci siamo mai posti il problema di dover dare una risposta standard, perché l’Afi è fatta di associazioni che vivono specificità territoriali molto diverse. Vi posso però ricordare perché nascono le Afi locali: per dare un luogo di protagonismo alle famiglie rispetto alla realtà in cui vivono, sia essa la scuola, la parrocchia, il quartiere, il comune, la provincia. Per fare che cosa? Quello che serve a loro e al loro territorio, cioè alle altre famiglie che vivono al loro fianco.

Non siamo un’associazione di formazione spirituale, anche se vivere una dimensione cristiana adulta ci dà radici forti e salde; non siamo un’associazione di formazione culturale o politica, anche se studiare e confrontarci ci rende più consapevoli e pronti a dare risposte; non siamo uno sportello sociale, anche se guardare agli altri come fratelli e tendere la mano ci fa diventare uomini e donne più liberi; non siamo una allegra compagnia di amici, anche se impicciarci dei problemi di chi ci sta accanto, piangere e ridere con loro, fare le vacanze insieme arricchisce la nostra umanità in modo straordinario; non siamo una scuola di politica, anche se speriamo che i più preparati fra di noi possano maturare impegni ancor più concreti nella società; non siamo, infine, un’isola e per questo facciamo della collaborazione, della solidarietà e della sussidiarietà orizzontale e verticale il nostro modo di lavorare insieme.

 

Daniele Udali

presidente Afi- Associazione delle famiglie – Confederazione Italiana

Condividi sui social